La Tenuta del Cannavale, adagiata su una lussureggiante collina nel comune di Barano d’Ischia sull’isola d’Ischia, rappresenta non solo una delle poche testimonianze ancora integre dell’antichissima tradizione contadina ischitana, ma è diventata per i fratelli Gennaro e Anna Manna, un progetto di valore per il territorio e per le sue varietà ambientali ed enogastronomiche più significative.
L’azienda conta oltre 3 ettari, tra vigneto, orto, alberi da frutta, ulivi e bosco di castagni è collocata ad oltre 300 mt sul livello del mare con un’esposizione prevalente ad Est (N-E), senza accesso carrabile ed al di fuori dai centri abitati con una splendida vista sul Golfo di Napoli. Il terreno, di origine vulcanica, è sistemato a terrazze sostenute da muri a secco in pietra lavica locale, c.d. parracine. In superfice vi è uno strato sabbioso/lapilloso mentre al di sotto dei 30/40cm vi è l’argilla che trattiene l’acqua utile alle viti che non
vengono irrigate, nei periodi di siccità.
Dal 2011 l’azienda ha la certificazione biologica e dal 2016 vengono utilizzati i preparati biodinamici.
Il vigneto è di circa 1 ha e sono due le varietà di uva bianca coltivate, tra cui la BIANCOLELLA, vitigno autoctono.
Gli unici trattamenti effettuati alla vigna sono con zolfo e rame di contatto. Il terreno non viene mai rivoltato, ma leggermente lavorato in superficie con un piccolo trattore durante l’autunno, per la semina del sovescio polifita tra i filari che viene poi trinciato in primavera in fase di fioritura.
Sia il lavoro in vigna che quello in cantina viene svolto per lo più a mano dalla potatura alla vendemmia, dalla pigiatura all'imbottigliamento fino all'applicazione delle etichette.
Le uve, tutte di produzione aziendale, vengono vinificate in una antica grotta-cantina scavata a mano, senza aggiunta di lieviti, enzimi, zuccheri, aromi e quant'altro possa alterare il naturale processo di vinificazione del mosto. Le fermentazioni sono spontanee e non viene effettuata alcuna chiarifica, solo alcuni travasi per la sfecciatura.
Tre i vini prodotti: due fermi, uno di biancolella e l’altro di falanghina in purezza, ed un rifermentato in bottiglia di
falanghina pere un totale di circa 5000 bottiglie. Per i vini fermi la vinificazione prevede macerazioni sulle bucce che possono durare fino a sei mesi in anfore di terracotta, qvevri georgiani e tinajas spagnole. Finché non termina la fermentazione le anfore restano aperte e due volte al giorno viene effettuata la follatura manuale per reimmergere le vinacce nel mosto. Per il rifermentato in bottiglia a vendemmia, le uve vengono torchiate leggermente e parte del fior di mosto è prelevato e congelato, per poi essere aggiunto al vino base prima dell’imbottigliamento.
Le etichette dei vini riproducono delle cartoline disegnate a mano negli anni ’80 dal prof. Erasmo di Lustro, zio dei fratelli Manna.
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