L'avventura inizia per "capriccio" nel 2003, con 6,5 ettari, prima in solitaria. Oggi siamo in tre nella tenuta (con Kikito in vigna, e Lorelei "multipass"), e una trentina di appezzamenti per una quindicina di ettari sono coltivati con amore e rispetto per la vita e l'equilibrio. Calce è un piccolo pezzo di calcare strappato a Corbières e fratturato dalla nascita dei Pirenei. Le numerose faglie verticali che attraversano questa causse, hanno dato origine a molteplici valli orientate Est/Ovest dove si possono leggere al metro le variazioni dei terreni calcarei, marnosi e poi scistosi. I vini sono per lo più blend di vitigni ma soprattutto di terroir. Guadagno in complessità da questa diversità di suolo. Carignan, Grenache Noir, Syrah e Mourvèdre per abbinare i rossi; Maccabeu, Grenache Blanc e Gris per i Bianchi. Il regime dei venti (tramontano e marino) molto marcato su questo piccolo promontorio permette di avere equilibri naturalmente freschi in questi vini mediterranei. Anche il lavoro della vite e del suolo in agrobiologia e biodinamica permette di raggiungere questa ricerca di digeribilità e sincerità. Aratura leggera invernale e/o primaverile, inerbimento naturale, sfalci estivi, trattamenti fitoterapici oltre allo zolfo, irrorazione biodinamica (prevalentemente 500). Il raccolto viene trasportato in piccole casse dalla ceppaia alla cantina. Per i rossi: smistamento nella vigna, diraspatura non sistematico, svinatura manuale e la svinatura, fermentazioni "autoctoni", senza acidificazione o enzyming, uso moderato e non sistematica di SO2, macerazione in vasche di cemento, affinamento in cemento o vecchie demi-muids. Per i bianchi: pigiatura delicata, leggera decantazione, fermentazione naturale lenta (alcolica e malolattica) prevalentemente in vecchie botti da 300 o 600 litri, affinamento sulle fecce totali senza rimontaggi o travasi fino all'allegagione. Tutti i lavori in vigna e in cantina è guidato dall'istinto, con i calendari lunari come strumenti quotidiani, senza alcuna pretesa di tenere alcuna verità di sorta, ma soprattutto con il desiderio di guidare la vite e il vino in base alle loro osservazioni ( spesso molto soggettivo).
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