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Sulle alture di Bordighera, affacciate sul mare, le vigne di Selvadolce sono condotte da Aris Blancardi in rigoroso regime biodinamico. Il suo obiettivo, nel tutelare la natura e il territorio, è produrre vini che di quel paesaggio nell’estremo ponente ligure abbiano i profumi ed il sapore. Questo vino è ottenuto da un vigneto impiantato nel 1970. Le sue uve Vermentino dopo una fermentazione spontanea con lieviti indigeni fanno una non troppo lunga macerazione sulle bucce. Il vino si affina in legno sulle fecce fini e viene imbottigliato, senza filtrazioni o chiarifiche, dopo due anni dalla vendemmia. Ha un caldo colore giallo oro nuovo con riflessi albicocca ed un naso di fiori di macchia mediterranea, erbe aromatiche selvatiche (almiddha), resina di pino e smalto per unghie, qualcosa di pasticceria o prodotti da forno che quasi in bocca te lo aspetteresti dolce. In bocca infatti entra cremoso per poi colpire affilato, verticale, salato. E poi tornare ad adagiarsi sulla lingua ampio, profondo e lunghissimo. Ancora una volta e come sempre per questi grandi vini di terroir, veri, vivi e naturali, sono le meravigliose sensazioni tattili a colpire: un manto di lino grezzo tessuto al telaio manuale ammorbidito dall’uso e dal tempo. Mai avrei pensato di dirlo per un Vermentino fatto fuori dalla Gallura, ma questo prodigio si colloca, in poco numerosa compagnia, ai vertici dei miei assaggi di tutti i Vermentini di tutti i luoghi.
Pretty damn good
skin contact
6225 KM
Newcomer Wines