La storia della Tenuta San Marcello inizia nel 2007 quando Massimo e Pascale con i loro due figli, decidono di spazzare via la loro routine a Milano trasferendosi a San Marcello, piccolo paese delle Marche per dare alla luce il loro sogno e un nuovo inizio all'insegna dell'ospitalità e della viticoltura. Arroccato in posizione privilegiata sulla sommità di uno dei tante splendide colline circondate da viste panoramiche sui vigneti, la Tenuta San Marcello era originariamente un casale marchigiano del 1892 che è stato completamente restaurato e adatto a soddisfare le esigenze di una moderna vacanza rilassante senza perdere il fascino rustico storico del suo passato. In linea con i principi di un turismo sostenibile, per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, la struttura utilizza impianti fotovoltaici posizionati sul tetto e geotermici. La scelta della location non è stata casuale, ma è nata dal magico incontro con la Lacrima di Morro d'Alba e la voglia di produrre questo vino ha portato Pascale e Massimo a impiantare 4 ettari di vigneto, dando vita - tre anni dopo - alla prima produzione della Tenuta San Marcello interamente vocata alle due uve autoctone più importanti delle Marche: Verdicchio dei Castelli di Jesi e Lacrima di Morro d'Alba. Punto focale della produzione è il basso impatto ambientale e il rispetto dei principi della biodinamica senza diserbanti e concimi chimici al fine di esaltare le caratteristiche di un appezzamento di argilla calcarea che beneficia della brezza marina derivante dalla non lontana costa adriatica. La raccolta viene effettuata interamente a mano e la frangitura avviene entro un'ora in modo da utilizzare solo il 20% di solfiti rispetto ai metodi moderni. Inoltre il calore prodotto dalla fermentazione viene utilizzato per riscaldare l'acqua utilizzata nel bellissimo podere. Una filosofia che ha avvicinato sempre di più la Tenuta all'idea di produrre Vini Naturali in Anfora semplicemente riportando vecchi metodi già utilizzati dai Piceni più di 2000 anni fa. Una piccola produzione che non supera le 20.000 bottiglie, e che nonostante la sua giovane età incarna perfettamente i valori alla base dell'agricoltura sostenibile e della qualità per valorizzare i vitigni cardine della viticoltura marchigiana.